Venendo da Fraforeano, al bivio si nota un’ edicola dedicata alla Madonna di Lourdes, proseguendo attraversando il “Sacon-Jevade” notiamo un lavadôr, dove i vecchi usavano andare a lavare i panni con la lišìe prodotta con la cenere.
In via Vittorio Veneto n. 74 è presente un’icona devozionale raffigurante Sant’Anna (1904), proseguendo al n. 55 troviamo invece una Madonna con Bambino e due Santi (XVIII).
La Chiesa di Campomolle, dedicata a S. Michele Arcangelo (raffigurato nella ‑vetrata), si presenta come un edificio neoclassico a pianta centrale databile al 1787, la pianta preesistente più piccola orientata come le antiche chiese verso est-ovest è stata inglobata divenendo sacrestia e parte del coro. In essa possiamo scorgere vari dipinti ed affreschi. Guardando il presbiterio, notiamo nella lunetta la Deposizione di Cristo e nella volta i quattro evangelisti, mentre osservando i due riquadri nei lati individuiamo S. Giovanni Bosco e Papa Pio X. Di particolar rilievo è anche l’altare rappresentante il sacrificio di Abramo, risalente alla scuola di Giacomo Manzù, invece girandoci e guardando in alto, possiamo notare nella controfacciata il bel dipinto dell’Immacolata (fine XVIII secolo). Importanti sono anche l’affresco posto sulla nicchia battesimale (Battesimo di Cristo XIX secolo), i due mosaici raffiguranti S. Antonio da Padova e San Luigi Scrosoppi, la statua della Madonna e quella di San Rocco ed una pala d’altare del 1730 raffigurante la Madonna del Rosario e Santi, la quale, forse, potrebbe essere stata dipinta dal pittore udinese Francesco Pavona. Nel retro chiesa è presente il cimitero pre-napoleonico, nel quale troverete ancora alcune lapidi dell’epoca, fra le quali quella di una ragazza austriaca.
Proseguendo verso Teor al n. 12 potete vedere invece la Madonna delle Grazie con bambino e angeli (XIX), e di fronte, nella ex-amministrazione Zoratti si può notare una icona il cui dipinto non è più visibile e una delle prime insegne con il nome della frazione, ‑infine al n.5 è presente un’ icona raffigurante la Madonna della Cintura e Santi (1899).
Teor:
In via Piave si trova una cappella della Madonna Addolorata (sec. XIX), questo tempietto neoclassico possiede sulla parete di fondo Maria Addolorata incoronata da due angeli e trafitta da 7 spade, con sulle ginocchia Cristo morto. Sulla parete di sinistra S. Sebastiano e destra un Santo vescovo, proseguendo al n. 66 osservate una Madonna con bambino e due santi, S. Rocco e S. Antonio del 1778 e al n. 79 l’Immacolata e angeli (sec. XIX). Prima di raggiungere la chiesa vi sono ancora due icone, una completamente cancellata e l’altra al n. 20, rappresentante una Madonna fra due Santi (sec. XIX) e al n. 7 una Statua di S. Antonio del 1885.
La Chiesa parrocchiale di Teor dedicata a S. Mauro fu costruita nel periodo del 1718 su un edificio di culto preesistente. E’ un edificio con vano ottagonale, sul quale si aprono un presbiterio e due cappelle laterali. Consacrata dal Patriarca Delfino nel 1727, presenta un altare maggiore settecentesco, in marmi policromi, con tabernacolo sormontato dalla statuetta del Cristo. Esso ha due statue laterali raffiguranti S. Mauro e S. Floriano nell’atto di spegnere un incendio, l’artista pare sia stato un goriziano del XVIII secolo. Gli altari laterali, databili al Settecento, contengono statue lignee che rappresentano Sant’ Antonio Abate e la ‑Madonna della Cintura. La chiesa contiene una fonte battesimale cinquecentesca con ornamenti geometrici simili a quelli di produzione lombarda e un organo costruito nel 1898.
Nei pressi della chiesa, si può individuare la Villa Mazzaroli, ora Zanello (sec. XIX), complesso padronale formato da due grandi barchesse con piccolo giardino all’italiana. Proseguendo verso Rivignano in via Bersagliere, 14 si può scorgere un’ icona di una Madonna con Bambino del 1825 e in vicolo Basso una Madonna delle Grazie del 1867; proseguendo fra vicolo orti e via del Bersagliere si intravvede a mala pena una Madonna con bambino. Di una certa rilevanza è anche la canonica di stile liberty, degli anni trenta e via dell’essiccatoio, ci ricorda il vicino essiccatoio del tabacco importante attività della prima metà del novecento. Non lontano, in direzione Ariis, troverete la Chiesetta di Ognissanti in Falt ( sec. XIV) la quale si presenta con una facciata con campanile a vela e bifora campanaria, aula rettangolare, ma con presbiterio quadrato. All’interno, dopo i recenti furti, è presente solo un quadro di come era in passato l’altare. In direzione Driolassa, non lontano dal polifunzionale e dal monumento ai caduti della I Guerra Mondiale, notiamo un bel lavatoio e la pesa pubblica del paese.
Driolassa:
Proseguendo, incontrerete in primis la Chiesa di S. Marco, del XVIII secolo (1745-1751), edificata su una ‑preesistente chiesa, consacrata nel 1778, essa possiede un altare maggiore settecentesco (altaristi P. Balbi e S. Pariotti), un affresco nel soffitto raffigurante S. Marco Evangelista, mentre nelle pareti laterali del coro vi sono due dipinti che riproducono l’ultima cena di Leonardo da Vinci e la luminosa Natività di Gerardo delle Notti; inoltre la chiesa possiede un organo del famoso Francesco Dacci. Proseguendo il nostro itinerario, percorrendo via della Chiesa, al n. 5b si può notare l’icona della Madonna con Bambino sec. XIX, in via Ariis n.12 è invece possibile ammirare la Madonna del Rosario sec. XIX e prendendo poi via S. Marco al n. 2 si può osservare una Madonna con Bambino di Comisso Natale 1982 e al n. 10 dello stesso pittore troviamo un Cristo crocifisso sec. XX. Al n.14 invece notiamo un’Adorazione dei Magi 1852, in via lame n. 1 la Madonne dall’Ongiâr e in via S. Marco n. 21 una ceramica dipinta rappresentante S. Marco sec. XX.
In via S. Marco troverete anche Villa Strassoldo (sec. XVIII-XIX). Continuando sempre diritti, verso il cimitero, vi è un’edicola della Santa Missione con il volto di Cristo del 1953 e successivamente un’edicola campestre dedicata a S. Marco del 1927 usata durante le rogazioni .
Chiarmacis:
Prima della chiesa si incontra una cappella dedicata alla Santissima ‑Trinità sec. XVIII, da qui già si intravvedono delle case coloniche color rosso terra costruite in mattoni e la Villa Pancera, ora Comisso-Susin, edificio padronale rustico del XVIII-XIX, proseguendo in via Fiume n 4 si può osservare un dipinto su muro raffigurante Gesù crocifisso sec. XIX. A Chiarmacis è presente una particolare chiesa, la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, che nella forma attuale può essere datata nel sec. XIII, ma che sembra risalire a molto prima grazie ai recenti lavori di restauro, i quali hanno portato alla luce elementi architettonici e materiali di costruzione che ci riportano al periodo romano. Di forma rettangolare, ma con presbiterio poligonale possiede un campanile a vela, essa presenta sulla facciata un bel dipinto di S. Cristoforo e una Madonna. All’interno sono presenti interessanti affreschi e delle sinopie che rappresentano una serie di velieri, testimonianza della navigabilità dello Stella e della possibile presenza di un porto fluviale a Chiarmacis. Vicino a tali sinopie sono usciti anche strani segni collegabili ad uno schema di un antico gioco egizio tuttora praticato. Nel cimitero posto nel retro chiesa tra le tante vecchie e storiche lapidi,è evidente la tomba di un soldato austriaco della I guerra mondiale. Tombe di caduti in guerra si trovano anche negli altri cimiteri ai quali va il nostro ricordo.
Rivarotta:
Proseguendo verso Rivarotta in loc. Rivis, in via Rive n. 29 si individua un ‑dipinto raffigurante la Crocifissione (sec. XIX), proseguendo nella strada principale, si incontra la Chiesa di Rivarotta consacrata nel 1753, intitolata alla Santissima Trinità e a S. Gregorio, durante il restauro del pavimento si rilevarono le fondamenta di una precedente costruzione ottagonale. Nella chiesa è presente una bella orchestra lignea con bassorilievi di Gio Batta Frisan, un affresco del Calderari, della Scuola del Pordenone, una statua rappresentante Sant’ Elena e nel coro due quadri rappresentanti S. Filippo e S. Giacomo che in origine erano portelle di un organo di Lipsia. Inoltre le vetrate sono della bottega di Natale Fani di Padova. Proseguendo in via Vittorio Emanuele al n. 82 si scorge una Madonna con Bambino e angeli (sec. XIX). Di fronte alla chiesa troviamo anche Villa Savorgnan-Milocco, un tempo appartenente alla famiglia Levi edificio con impianto ottocentesco (1834) e in loc. Molino è presente anche un mulino del 1834, l’edificio è in pietra d’Istria.
Non lontano proseguendo verso Palazzolo, si può osservare poco oltre il confine del comune un fortino, costruito nei primi anni del 1900 e quasi totalmente distrutto dagli Italiani dopo la disfatta di Caporetto.